I 9,5 miliardi di persone che popoleranno il pianeta nel 2050 rappresentano una sfida enorme per l’agricoltura, chiamata a incrementare i livelli di produttività nel rispetto dell’ambiente.

Come riportato nel report Fixing Food, pubblicato da BCFN in collaborazione con l’Intelligence Unit dell’Economist (EIU), non è pensabile rispondere a questa esigenza cercando nuove terre da coltivare: bisogna puntare sull’innovazione tecnologica.

L’agricoltura intensiva, la ricerca della massima produttività sulle monoculture, l’utilizzo massivo di derivati del petrolio in campo agricolo, in poco più di cento anni hanno arrecato danni devastanti all’ecosistema, portando a riflettere non solo sul metodo ma sullo stesso modello di crescita del genere umano.

In questa logica, nessun attore può tirarsi fuori dal bisogno di innovazione, siano essi imprese, consumatori, cittadini, istituzioni di ricerca, istituzioni pubbliche e loro forme associative e di partenariato. Non a caso la Strategia UE 2020 ha posto al centro della sua riflessione il tema dell’innovazione sociale per accompagnare il cambiamento della nostra società. Compito dell’innovazione sociale è quello di definire nuove soluzioni e strumenti per fronteggiare in modo urgente la crisi economica e i dilemmi globali del cambiamento climatico, scarsità di risorse e energia, salute e diseguaglianze sociali (Bureau of European Policy Adviser [BEPA], 2009; Bowling et al., 2003).

Agri Island si inserisce in questo contesto, promuovendo soluzioni altamente innovative che vogliono essere un tentativo di risposta concreto ai temi dell’agricoltura sociale, della sostenibilità, della biodiversità e della circular economy, in altre parole dell’equilibrio dell’ecosistema Terra.