Il modello acquaponico è commercialmente valido dal momento che permette di produrre insieme pesci e vegetali e di moltiplicare così i flussi di ricavi dell’impresa. Ma come si fa ad aprire un’azienda agricola acquaponica?

Il processo può variare in ragione di molti fattori tra cui le dimensioni dell’impianto acquaponico e lo scopo d’uso: commerciale, urbano, solidale, etc…  Ma alcune tappe sono obbligate. Vediamo quali sono gli aspetti principali da prendere in considerazione.

Leggi sull’acquaponica: le normative recenti

Una delle principali sfide che porta con sé la fondazione di un’azienda agricola acquaponica è quella di comprendere il quadro normativo di riferimento. A questo proposito, in Italia nel 2018 è stata presentata una delega al governo per la disciplina, la valorizzazione e la promozione delle pratiche colturali fuori suolo applicate alle coltivazioni idroponica e acquaponica. La proposta di legge è ancora attualmente in discussione.

È comunque più opportuno per comprendere e soddisfare la disciplina vigente, adottare come riferimento le leggi relative all’agricoltura e all’acquacoltura. Per evitare passi falsi, è consigliabile rivolgersi a consulenti specializzati in acquaponica che assistono gli imprenditori nell’iter burocratico.

Sede, tecniche, logistica e personale addetto

Scegliere una sede per la propria azienda agricola acquaponica non è un compito semplice, tuttavia ci sono numerosi aspetti positivi.

Trattandosi di coltivazioni fuori suolo, generalmente ospitate in serre bioclimaticamente monitorate, si ha la possibilità di valorizzare terreni che non hanno vocazione agricola. È però opportuno valutare il contesto produttivo, economico e urbanistico in cui la farm si inserisce.

La scelta potrebbe ricadere su siti da riconvertire, su aree industriali propizie per dare vita a un distretto, o ancora ad ambienti prettamente urbani. Molto dipende dal modello di business che si intende sviluppare.

Strettamente correlate al business model sono anche le decisioni in merito alle caratteristiche tecniche dell’impianto acquaponico, alle dimensioni e ai volumi produttivi (industriali, commerciali, per l’utenza locale…), e alla logistica.

C’è infine l’aspetto delle risorse umane: anche se l’acquaponica richiede minore manodopera rispetto all’agricoltura tradizionale, ad oggi potrebbero esserci difficoltà a reperire personale qualificato per avviare e gestire una serra acquaponica. Un motivo ulteriore per prendere in considerazione l’assistenza di consulenti specializzati.

Business planning: costruire un’attività acquaponica redditizia

Tutti i punti finora elencati possono trovare risposta nel business planning. La decisione deve basarsi necessariamente su analisi puntuali del contesto, dei competitor e del mercato, così da avere una solida base di dati e conoscenze utili a determinare l’indirizzo della propria azienda agricola acquaponica.

L’obiettivo è assicurare un posizionamento di mercato distintivo, stabilire l’assetto organizzativo, definire la strategia di lancio sul mercato, tracciare previsioni economiche e finanziarie realistiche per i primi 4-5 anni dell’azienda.

L’analisi del mercato e la valutazione del rendimento dell’azienda sono strumenti indispensabili per definire tutti gli aspetti produttivi della farm come l’individuazione di quali specie ittiche saranno allevate, quali specie vegetali coltivate, che strategia di distribuzione adottare, B2B o B2C, mercato locale o nazionale, etc…

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